Mario e Fermo

(Mario Baricchi, Reggio Emilia 27 gennaio 1897 - 25 febbraio 1915 Fermo Angioletti, Reggio Emilia 13 febbraio 1897 - 25 febbraio 1915)

Ci hanno colpito a morte davanti all’Ariosto. No, non siamo quelli del 7 luglio 1960. Ci hanno ucciso il 25 febbraio 1915. Ci chiamiamo Fermo Angioletti e Mario Baricchi. Di noi non si ricorda più nessuno. Eppure manifestavamo contro la guerra e contro il comizio di Battisti. Di Battisti si ricordano tutti. Ci sono strade e piazze dedicate a lui. Di Angioletti e Baricchi non ci sono più nemmeno le tombe.

Siamo spariti nel nulla e sono ferite più profonde di quelle che ci fecero le forze dell’ordine. Perché essere dimenticati è come morire per niente. E’ come morire due volte. Una beffa che sembra volere ripetere per sempre che i poveri rimangono poveri e non valgono nulla nemmeno da morti. E invece in piazza ci siamo andati, perché eravamo stanchi di vivere così. Di nascere, respirare, sudare, indossare un uniforme e morire solo perché lo diceva qualcuno più importante di noi. Eravamo davvero stanchi di stare piegati ore e ore a fare diventare ricchi i ricchi per pochi spiccioli. Una paga da fame. Una vita da fame.

E poi ci volevano pure convincere che dovevamo morire in guerra per loro. Potevamo diventare “eroi”. Hanno riempito il mondo di cimiteri pieni di eroi. Poveri Eroi. Eroi poveri.

Quindi prendete la matita e il taccuino. Strappate una pagina e scriveteci in cima: Fermo Angioletti e Mario Baricchi. Piegatelo e tenetelo nel portafoglio. Avevamo appena compiuto diciotto anni. E siamo morti per la Pace. Il 25 febbraio 1915. Davanti all’Ariosto.